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Set 2014Di rientro dagli Stati Uniti, Washington DC per la precisione.
Ho apprezzato la bianchissima White House, percorso il lunghissimo The Mall per arrivare al Capitol, ho fatto anche una capatina al museo di storia nazionale americana.
Sono stata al cimitero nazionale di Arlington, in Virginia: ho visto la tomba di Kennedy e una distesa di lapidi bianche mai vista prima. Qui la morte è davvero la livella. Livella tutti, indistintamente, uguali.
Ho visto il building dell’FBI, cose da film poliziesco…ma la cosa di Washington che mi ha lasciato il segno è stato il Lincoln Memorial.
Imponente, prospettico, con quell’obelisco davanti che ti fa apparire tutto così geometricamente perfetto. Alle tue spalle, se volgi lo sguardo verso il Washington Memorial, l’imponente statua del padre fondatore degli Stati Uniti.
Mi sono seduta sui gradini. A osservare.
Il sole era alto e caldo, il cielo attraversato da nuvole dipinte era lì, altissimo e azzurrissimo.
Ho respirato libertà .
Ho percepito grandezza.
Ho fatto volare la mente al 28 agosto 1963, a quel discorso che ogni volta che lo ascolto mi viene la pelle d’oca.
Pensavo a Martin Luther King.
” Riteniamo queste verità di per sé evidenti: che tutti gli uomini sono stati creati uguali”
Tutti UGUALI.
Uguali come le lapidi di Arlington, uguali.
Quell’uomo dal carisma ipnotico ha saputo lottare per difendere gli emarginati e i reietti, contro ogni forma di pregiudizio. Perché siamo tutti uguali.
Una lezione di vita, affiorata alla mente grazie alla visita da turista a un monumento.
Un insegnamento che riecheggia.
Uguali. Tutti Uguali.
E liberi.