Una geek da biblioteca
scritto da jadosa / in SENZA FILTRO /
Ero a casa dei miei per un incontro di lavoro a Milano. Quella casa con il cartello ‘vendesi’ fuori dal cancello, quella della mia adolescenza e degli anni dell’università.
Prima di rimettermi in macchina per tornare in Umbria, ho iniziato la prima fase di trasloco di alcuni dei miei amati libri, un’operazione che dovevo fare da anni e che per un motivo e per l’altro ho sempre rimandato.
E…cioè, ragazzi, WOW!!! Ho ritrovato un mondo sommerso.
Tra i grandi classici della tradizione, logore dispense universitare stra scarabocchiate, fotografie di una me giovane e magrissima, quaderni densi di appunti, manuali e grammatiche di lingue starniere…e i ricordi dolcemente sono raffiorati come la boa di un sub.
Erano lì, galleggiavano, fluttuavano davanti ai miei occhi le nottate passate sulle ‘sudate carte’, l’ansia pre-esame, la diligenza che non ricordavo avere, le prime sbronze, il tornare a casa in punta di piedi per non risvegliare mia madre, le litigate, le vecchie amicizie, la vita di una quasi normalissima ragazza che viveva in una quasi normalissima famiglia 🙂
Tra le varie cose, ho ritrovato i miei libri delle fiabe, i ‘Quindici’ un’enciclopedia per bambini che mi divertivo a leggere e consultare ancor prima di diventare ‘signorina’, le foto dei miei nonni che si baciavano felici in occasione di qualche compleanno, frammenti di un periodo lontano che nonostante tutto vivo ancora lucidamente, come fosse ieri.
Alcuni dei miei libri adesso sono qui con me, li guardo e sorrido. Sono logori, ingialliti, consumati ma sempre vivi, attuali, da sfogliare e leggere ancora, ancora e ancora. Una lettura diversa, matura e consapevole. Ecco cosa mi piace! Rileggere le cose con occhi diversi, cogliere sfumature nuove, riassaggiare e interpretare.
Parlano di me, parlano di un passato che così remoto non sento. Il mio animo, in fondo, è un po’ come quello di Peter Pan: curioso, gioioso, eternamente fanciullo e proiettato alla sua isola che non c’è.
E’ bello dimenticare le incombenze da grande e ritrovare il calore della semplicità di quando eri più piccino. Tutto diventa improvvisamente leggero, morbido, semplice, intimamente tuo.
I libri, le librerie hanno avuto sempre questo strano effetto carminativo su di me. Mi calmano, mi inebriano, mi rallentano, mi fanno stranire dalla routine e aprono i portoni delle possibilità, dell’immaginazione, quella che ti porta ovunque.
Prima o poi realizzerò il mio grande sogno: voglio una biblioteca in casa (di quelle vecchio stile, sia inteso), tutta mia, sarà la MIA isola che c’è. Voglio un luogo che profuma di cultura, che ti avvolge e che appaga la tua sete di sapere. Beh, ovviamente la mia biblioteca sarà ben collegata con lo studio hi tech del socio, vibrante di bit e connesso con il mondo a rapidissimi colpi di clic….in fondo sono una romantica e nostalgica geek.
Adoro i libri, il profumo della carta appena stampata, i volumi usati comprati in qualche mercatino di periferia…ma vuoi mettere la comodità di leggere un e-book sul tuo iPad in treno o in aereo? O la velocità nel trovare informazioni digitando semplicemente delle keyword nella casella di ricerca di Google? Internet può darti tutte le informazioni che vuoi (testi, immagini, video, animazioni), ovunque tu sia, sempre. Una rivoluzione divulgativa strepitosa che però – perché c’è un però- nella sua frenetica velocità non riesce a darmi quella ‘strana’ e calda sensazione della carta che scivola tra le dita.