Dubito ergo…
scritto da jadosa / in SENZA FILTRO /
…ergo?! Ergo non so che cazzo fare.
Ecco cosa vuol dire essere indecisi cronici come la sottoscritta.
L’esempio più banale? Devo comprare una cosa e ci metto 10 anni per scegliere perché “boh, non lo so…ma poi mi serve?…mi starà bene? forse devo tenere via i soldi per cose più importanti” e via di seguito con le scuse più assurde per giustificare l’incapacità di prendermi la briga di scegliere.
Goethe asseriva che “Il dubbio cresce con la conoscenza“. Sarà, ma io ho sempre la sensazione che anche questa sia sempre più labile ed effimira…Quindi? Aveva ragione lui? Forse.
L’amico Voltaire mi viene incontro quando afferma che “il dubbio è scomodo, ma solo gli imbecilli non ne hanno“. Buono a sapersi, in questo caso, forse – perché dubito – mi potrei annoverare, tra i non imbecilli.
Insomma, tra Goethe, Voltaire e Socrate con il suo “so di non sapere” oggi mi sembra che anche le auctoritas non mi siano di aiuto per fugare i miei dubbi.
Che poi, dubito perché ho un calo di fiducia, di fede? O dubito perché nulla può essere dato per scontato nella vita quotidiana?
A parte il discorso più banale e semplicistico dell’indecisione legata alla scelta degli abiti, il dubbio, la questione amletica, in altre parole il mio “essere o non essere” nasce da incredibili e assurdi trip mentali che prendono il sopravvento in momenti più disparati.
Capita a tutti, lo so…Ma come uscire dal tunnel delle ‘pugnette mentali’?
Non pensandoci? Riflettendo ancora di più, con il rischio di entrare in un loop infinito di paranoie? Sì, e poi, paronoie per che cosa?
Ecco, sì…la soluzione potrebbe essere passare all’azione…in risposta alle pugnette, di cui sopra, preferiamo del sano pragmatismo.
Bene, ma quale strada percorrere? Bisogna necessariamente affrontare la realtà, fare le famose scelte. Selezionare, tagliare i rami secchi e spalancare i portoni, quelli che dovrebbero aprirsi una volta chiuse le porte.
Ma se, nel caso in cui…e poi??? Niente, oggi non ce la posso fare, il dubbio mi assale!
Responsabilità, responsabilizzarsi, fare i grandi vuol dire scavalcare, oltrepassare le barriere del dubbio? Non ne sono convinta.
In fondo, se non avessimo di che dubitare, tutto sarebbe banalmente palese davanti ai nostri occhi, ovvio, scontato.
Il dubbio aiuta a metterci davanti alle nostre paure, al nostro io più nascosto, ci fa sentire quella vocina che, forse per convenzioni o ragioni oscure, tendiamo a far soccombere, a schiacciare nelle viscere (quella che giorni fa descrivevo come brufolazzo sul naso pronto ad esplodere). Mah!
Per cambiare è necessario avere il coraggio di prendere un decisione. Il bivio può essere, o deve essere, interpretato come una possibilità.
Peccato che poi a ‘sto caspiterina di incrocio ci pianti le tende, con tanto di fornellino da campeggio e manuale delle Giovani Marmotte perché non sai da che parte dirigerti.
“Vai dove ti porta il cuore” tuonava il titolo di un romanzo…e dove mi porta il cuore? Seguiamo l’istinto? E se ‘non ci ‘chiappa‘? Non tutte le scelte sono reversibili. Ci vuole coraggio.Punto.
Mi metterò a stilare la lista dei pro e dei contro, ma davvero mi risulta difficile. Per carattere sono abituata ai colori, alle sfumature, non mi piace categoricamente schierarmi per il bianco o il nero.
Tuttavia, essere chiari con chi ci è accanto è dovuto, è una questione di rispetto. Se noi viviamo nel limbo dei nostri umori e delle nostre lune colorate, non possiamo pretendere che chi ci circonda possa assecondarci. Può comprenderci, venirci incontro, ma a un certo punto arriva il momento della scelta: dentro o fuori, con o senza, pasta o riso, bianco o nero…
Credevo che buttando giù i miei pensieri confusi sarei riuscita a dare un po’ di ordine al mio caos interno. E invece no. Non ci siamo.
Il dubbio continua a navigare nelle acque agitate della mia mente. Sarà il caso che mi faccia una camomilla, magari gli amici neuroni si calmano un pochino e la smettono di ballare la techno nel mio cervello dubbioso.