Pensieri, senza filtro.

Quando le dita improvvisano sulla tastiera

15

Dic 2012

In partenza

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Valigie preparate, manca solo ‘l’attrezzatura’ informatica e tutto è pronto.

Domani sveglia all’alba alla volta della capitale dove mi aspettano tre giorni di lavoro e di levatacce. Poi, lunedì sera, si vola in Sardegna per una decina di giorni al profumo di macchia mediterranea e panettone.

Spero di aver un po’ di tempo per finire il libro che mi attende speranzoso sul comodino da settimane e per calmare le idee. Io, infatti, sono una di quelle che ha i neuroni in continua e strenuante attività. Mille cose per la testa, progetti nuovi, vecchi problemi …un gran casino che ha necessità di essere domato.

Spero anche di riuscire a riposarmi un pochino, perché il mio fisico mi sta dando segnali non troppo positivi. Il fatto è che io non mi sento ‘stressata’, cioè non più del solito. Eppure inizio ad accusare dei dolorini sospetti, che ho già provveduto a googolare per farmi venire la cacarella e iniziare a redigere il mio testamento. Onde evitare falsi allarmi, andrò a farmi vedere. Me lo devo.

L’anno scorso ho trascorso il Natale con il socio, è stato il primo insieme dopo 8 anni. Quest’anno riprendo la tradizione e raggiungo i miei – ormai emigrati, anche perché non vedo l’ora di brindare con la mia nonnina quasi 90enne.

In questi giorni inizio a redigere il bilancio di questo 2012, niente di fiscale, per quello mi affido alla commercialista. Un 2012 intenso che mi ha visto spesso in viaggio, che mi ha fatto toccare le coste degli Stati Uniti per la prima volta, che mi ha dato la possibilità di sfidare le mie capacità con progetti importanti, che sta decretando un forte cambiamento in me.

Un cambiamento che sto inseguendo, volendo e incentivando con tutte le mie forze. Il 2012 è stato, se ci penso, anche l’anno in cui mi è stata più volte riconosciuta la capacità di motivare e spronare gli altri al sorriso, al pensiero positivo quando i pezzi del puzzle non combaciano. Questa è una delle cose di cui vado più fiera.
Anche se per il momento predico bene e razzolo malino, in balia dei neuroni e degli ormoni, sull’altalena dell’ astinenza da pessimismo. Ma chi la dura la vince! La strada è in salita, ma ho la forza e la determinazione per pedalare fino alla vetta.

Ne ho passate tante, e tante ancora ne arriveranno. Però sono ancora qui a crederci. Più caparbia che mai.

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12

Dic 2012

Panettone amaro

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Devo dormire, ne ho bisogno, ma non posso.

Il fatto è che ho finito di mangiare da poco e ho un sasso di Matera sullo stomaco. Già perché con la scusa del freddo, ultimamente le mie ganasce triturano ogni cosa mi si para davanti, specialmente se zuccherina o guarnita con cioccolato.

Quindi, eccomi qui a scrivere con una tazza di tisana al finocchio al mio fianco. Forse era meglio una bottiglia di grappa, sarebbe stato tutto meno sarcastico, semplicemente folle.

Le lettere davanti alla tastiera sono enormi, effetto cinghialotto indigesto o ho ingrandito i caratteri in modalità Steve Wonder? Sarà il caso che tra le mille cose da fare aggiunga anche  una bella capatina dall’oculista.

Il socio si spara una session violenta di video su You Tube: moto, gente cretina che fa cose cretine, donne in mutande…eh??? Donne in mutande??? Un attimo. Vado a controllare….

Ok, niente di grave. Era la pubblicità della Intimissimi…sì quella con le tipe perfette, senza cellulite, senza brufoli, sempre vogliose, zitte all’occorenza e chissenefotte del livello culturale…che amarezza!
Non possono propinartele anche adesso che tu sei lì, in cucina, con la tua fetta di Bauli Ciocosoffice, burrosamente calorica, che mangi in modalità Burkina Faso, in tenuta antisesso, aka pigiamone felpato con le mucche e babbucce olandesi…No, è ingiusto. Loro sono lì, perfette, che ancheggiano sensuali e sinuose mentre tu, quasi schifata ti fermi, guardi la tua fetta di panettone, inspiri senso di colpa, trangugi la tua fetta di panettone amaro ed espiri un bel “vaffaculo, dal 27 sono a dieta”.
E poi giustifichi: loro mica hanno la pila di camicie da stirare che ho io, mica hanno la colf perennemente in ferie come me, mica lavorano una media di 12 ore al giorno…Balle!!! Tutte, coloratissime palle di Natale! Non ci sono scuse. Sei una fottutissima golosa che trova le scuse più astute per maschare l’impossibilità di resistere alla tentazione.

E comunque non dicevano che la serotonina del cioccolato aiuta il buonumore? E allora W la gioia!

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08

Dic 2012

Menefotto, il mantra della gioia

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Non pensavo di aver così voglia di scrivere oggi…ma eccomi di nuovo davanti alla tastiera. Sono appena tornata da fare la spesa, ho un po’ di pulizie in arretrato, ma l’irrefrenabile voglia di posare le mie ditina sui tasti ritarda l’appuntamento con scopa, stracci e detersivi profumati igienizzanti.

Sono piacevolmente colpita dalla mia serafica tranquillità odierna, un dolce fare niente culla i mie pensieri, sarà l’effetto benefico della lezione di yoga fatta ieri, del profumo d’amore che inonda la mia casa, del sorriso del mio cagnolino, del ‘menefotto’ urlato nei giorni passati a tutti i problemi e le lagne della gente che nella vita ha scelto la professione di rompicazzo specialist.

Che figata imparare ad avere un atteggiamento distaccato nei confronti di quelle cose/persone che fino a qualche tempo prima mettevano in discussione il tuo quieto vivere. Una liberazione!

Anche perché, parliamone, la maggior parte delle persone che ti genera fastidiosi urti e spasmi gastrointestinali, davvero se ne fotte di te. Non c’è quando hai bisogno di aiuto, quando non sai come fare, quando basterebbe solo una chiamata o un sms per chiederti se va tutto bene. E no, quelli ci sono solo quando hanno bisogno, quando devono mettere in discussione qualcosa che ha tediato la loro sensibilità, miracolosamente manifestata nel momento in cui nessuno, tranne te, può supportarli. E tu ci sei, ingoi i rospi e ci stai male se per qualche ragione non sei stato presente come dovevi. Poi, però, la magica epifania, così come si era palesata, scompare. E tu sei lì che, boh…Ma va bene così.

Comunque, bando alle riflessioni sugli opportunismi che reggono le relazioni interpersonali, parliamo dei regali di Natale. E’ doveroso farlo quando mancano solo un paio di settimane allo scambio dei doni. Fare i regali di Natale dovrebbe essere qualcosa di piacevole, un’esperienza che ti riempie di gioia, quella di riuscire a scovare l’idea giusta per la persona giusta.

Tuttavia, nel 70% dei casi si rivela un’esperienza da incubo, vissuta last minute, con il terrore di sbagliare, di spendere troppo per chi già immagini ti regalerà- se ti va di culo- lo scovolino per il cesso, di ansia da regalo duplicato e di resse nei centri commerciali.

Ma anche questo ci sta. E’ un classico di Natale, come “La vita è una cosa meravigliosa” da guardare in famiglia morsicando il Bauli Ciocosoffice o rosicchiando quintali di frutta secca che si spalmeranno goduriosi sulle tue chiappe e resteranno lì, a godere della tua rinata pinguetudine o pinguedine che dir si voglia, fino al momento in cui ti accorgerai che devi rimediare per la prova costume.

Già perché in questo cavolo di periodo non si fa altro che ingozzarsi come dei maiali. Ogni scusa è buona: fa freddo, lo faccio ora perché ci sono le feste poi mi metto a dieta, non posso rifiutare per non offendere nessuno e chi più ne ha più ne metta!

Visto che ci sono, anche se non c’entra nulla – a me il signor Pindaro mi fa un baffo-  ne approfitto per lasciare un messaggio al mio amico Babbo Natale.

Caro Babbo Natale,
sai bene che non ho mai creduto fino in fondo alla tua esistenza da bambina, anche perché avevo perfettamente adocchiato il nascondiglio che utilizzava mia madre per imboscare i regali e sapevo bene che quello non era il tuo magazzino…. Comunque sia, voglio darti una seconda possibilità e, se mi leggi, ricordati che voglio andare quanto prima a New York, ho in sospeso un bel viaggetto in India e se possibile vorrei anche realizzare quella cosetta che sai con il socio.
Oh, oh, oh, grazie mille!!!

Va bene, credo che i miei neuroni in questo momento abbiano toccato l’apice del delirio, i pensieri iniziano ad accavallarsi come le cosce della Stone in Basic Instint.

Vado a dare una ripulita alla mia alcova del piacere, perché ragazzi il vero piacere è quello di spararsi una sonora russata avvolti dalle lenzuola profumate di bucato appena fatto, morbidosamente abbracciate da un caldo piumino.

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