Pensieri, senza filtro.

Quando le dita improvvisano sulla tastiera

26

Gen 2017

Sciogliere le professionalità di ghiaccio

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Bevo un bicchiere di Montefalco rosso e rimugino. Rimugino perché questa giornata, come tante, è stata altalenante, nei pensieri e nell’umore che li manovra con sapienza e incoscienza.

Riflettevo sul concetto di valore: quello che ti dai, quello che dai tu e quello che ti attribuiscono gli altri.

Io sono una fregatura, quando si tratta di essere obiettiva con la sottoscritta. Riesco a dare o togliere valore a quello che è esterno ma, quando guardo dentro di me, l’addizione non ha vita fiorente come la sottrazione.

Qualcuno che non si ama abbastanza la chiama umiltà, qualcuno che si ama troppo la chiama insicurezza.

E se fosse una via di mezzo? Se uno avesse paura di tirarsela per non apparire saccentemente spavaldo come quelli che non sopporta e, allo stesso tempo, non avesse sufficiente consapevolezza delle proprie capacità o tendesse a un perfezionismo (che non esiste)?

Un bel casino.

Anche perché pare che ti ‘devi sapere vendere’, se vuoi tirare a campare.

Non è facile vendersi senza svendersi.

Devi miscelare con consapevolezza umiltà, capacità, cultura, simpatia, empatia, determinazione e convinzione. Un cocktail che amalgama con stile la personalità e lascia un retrogusto di carisma, dal magnetico potere attrattivo.

Non sopporto le professionalità di ghiaccio, quelle che basta un po’ di aria calda e si sciolgono in un’acqua che odora di muffa. Non mi capacito come certa gente vada fiera della propria mediocrità con stucchevole e fastidioso autocompiacimento. Mi sono detta: forse non hanno curiosità, hanno sempre avuto la strada spianata, non lo so… cioè, non mi riesco a spiegare perché questi venditori di fuffa continuano a popolare il mercato del lavoro e a succhiare risorse in modo impunito.

Poi ci sono le professionalità zaino, i backpacker del business, quelli che hanno una zavorra carica  di esperienze, di studio, di lavoro, di errori, di fatica, di vita che portano ogni giorno con sè.
Quelli esperti, prima di tirar fuori qualsiasi cosa dallo zaino, sanno come far valere il proprio sudore; quelli meno esperti, invece, appena arriva un potenziale cliente tirano fuori tutto, con una facilità che non rende onore al contenuto dello zaino e, soprattutto, a tutto quello che è costato.

Oggi ragionavo proprio su questo, e rimuginavo.

Imparare a darsi valore, a valorizzare quello che hai raccolto dentro al tuo zaino è un’arte che deve essere praticata da chiunque si confronta con le professionalità di ghiaccio, quelle che all’apparenza sembrano dure ma che puoi liquefare con il calore della consapevolezza e della competenza.

E il calore parte da dentro, da te. Puoi aspettare che arrivi il sole e sciolga le false credenze o puoi scegliere di lavorare per riscaldare il tuo sé e produrre l’energia necessaria per far evaporare i cubetti di ghiaccio, anche in pieno inverno.

Va be’, intanto finisco questo bicchiere di Montefalco, e continuo a rimuginare.

Voglio condividere questo post su...

Grazie :)
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