Pensieri, senza filtro.

Quando le dita improvvisano sulla tastiera

05

Set 2016

Nuovo naso

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L’ho detto, l’ho fatto.  Il 24 agosto ho sottoposto il mio naso, per l’occasione bello abbronzato, a una settoturbinoplastica. Non sono bastati i rimedi della nonna, le terme, le grotte di sale, e nemmeno le preghiere induiste o buddiste. Il mio naso era ormai dichiarato inagibile al lavoro.

L’intervento è andato bene e poi, diciamocelo, mentre sei sotto i ferri, in anestesia generale, non senti niente.

In compenso, quando mi sono risvegliata dall’anestesia… il terremoto, in tutti i sensi.
Ero sdraiata sul letto, in preda a un freddo apocalittico e a un dolore molto forte alla gola, attaccata alla flebo di antidolorifico quando ho sentito tremare tutto. Non è una bella sensazione quella del terremoto, e lo è ancora meno se sei bloccato a letto, con il naso appena spaccato e i riflessi di una tartaruga bradicardica. Per fortuna è stata solo una scossa, e senza conseguenze.

Mi hanno operato la mattina e dimesso la sera. Con me il socio che si è sorbito gli olezzi letali della mia anziana compagna di camera con attacchi dissenterici. Una situazione letame…ehm, letale.

Appena arrivata a casa ho iniziato ad accusare il colpo. Il mal di testa tamburellava come un percussionista in concerto e la sensazione generale era quella di chi ha preso tante, ma proprio tante, botte.
I tamponi ostacolavano il flusso del respiro (oddio, tutta ‘sta differenza da prima io mica l’ho sentita) e il gonfiore ha iniziato a cambiarmi i connotati: sembravo la Moric dopo aver litigato con il chirurgo plastico. Un mostro. In quei giorni mi nutrivo della pozione magica preparata dal socio: una mousse a base di carne, formaggio molle e zucchine. Era l’unica cosa che potessi mandare giù con quel labbro gonfio come un canotto e quel dolore fastidioso ai denti che mi impediva di masticare.pozione magica

A due giorni dall’intervento di settoturbinoplastica mi hanno tolto i tamponi. Il dolore che si tramanda?! Mah, a me ha fatto un po’ effetto Tampax: piuttosto fastidioso, ma nulla in confronto a una colica renale.

Una volta ‘stampontata’ ho cominciato la cura a base di cortisone, antibiotico, antistaminico, pomatine e lavaggi nasali. Tutto meravigliosamente pianificato sul tablet, con tanto di promemoria, dal mio socio che potrebbe benissimo essere scambiato per la controfigura italiana di Sheldon Cooper, versione mora e barbuta.

Oggi sono tornata al lavoro ma mi è stato vietato di volare, per colpa di un edema – che spero  si riassorba al più presto – che mi costringe a ingugitare antibiotici ancora per un po’. Ho dovuto annullare alcuni viaggi di lavoro, ma alla salute non si comanda: lei vince a tavolino.

Il brutto di essere un libero professionista e di ammalarti è anche questo: opportunità di lavoro che ti scorrono davanti e tu devi alzare la mano e fare #ciaone a quei soldi che ti sarebbero serviti per pagare l’affitto o la spesa. Per noi non esiste malattia o stipendio quando non si lavora. Esiste il guarisci in fretta e risali sul cavallo. C’è da trottare.

L’ozio creativo

La cosa bella del mio breve periodo di convalescenza, invece, è stata la possibilità di darmi all’ozio creativo. Ho letto 2 libri e iniziato un terzo, ho guardato per intero 2 serie TV: Gomorra 1 e 2 e The Get Down su Netflix.  Già che c’ero mi sono data ai documentari, sempre su Netflix, sulla New York malavitosa degli anni ’70, facendomi una cultura sulle vicende di Mr Untouchable, Nicky Barnes, e su tutto lo scibile intorno al South Bronx, dalla decadenza alla gentrification. Roba che qualcuno potrebbe pensare, visti gli argomenti, che sia pronta per intraprendere nuove attività.

Sta senza pensier: sono da sempre una grande appassionata di storie di gangster, narcotrafficanti e criminalità.

Odorare nuove possibilità

L’altra cosa positiva del post operatorio è la speranza. Sì, la speranza che questo naso rimesso in sesto mi porti ad avere un migliore fiuto, nel bene e nel male.

Mi aspetto che l’intuito venga ossigenato, senza più ostruzioni. Voglio che le sinapsi si possano nuovamente sentire leggere e libere di produrre.

Un nuovo naso per ritrovare uno dei sensi che ormai avevo perso: l’odorato.

Non vedo l’ora di annusare questa nuova vita con due narici funzionarti, i turbinati di dimensioni umane e un setto bello dritto, ma soprattutto non vedo l’ora di ficcare curiosamente il naso in nuove mirabolanti avventure.

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