Pensieri, senza filtro.

Quando le dita improvvisano sulla tastiera

20

Mar 2013

Marzo pazzerello

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Finalmente riesco ad avere un po’ di calma per raccogliere i pensieri.
Sono a casa con il mio dente in fase di devitalizzazione che fa i capricci, imbottita di antinfiammatorio come ogni buon ipocondriaco che si rispetti.
Ho preparato tutto, o quasi, per la mia partenza lavorativa di domani, direzione Roma.
Ne ho approfittato per stendere, stirare, fare la morale per telefono ai miei genitori più incoscienti di un ragazzino in preda agli sbalzi ormonali, ho messo sul fuoco il minestrone e piastrato i miei capelli che assumono sempre più le sembianze di un nido costruito da rondini starfatte di crak.

Per la cronaca sono anche alle prese con il nuovo commercialista, visto che il precedente mi ha clamorosamente mandato a quel paese anticipando, comunque, le mie intenzioni.
Quest’anno niente Pasqua da mammá, troppi cambiamenti in ballo: ufficio nuovo, trasloco da pianificare, nuovi clienti da seguire, nuova commercialista (vedi sopra), nuove torture per i miei denti, nuove utenze da attivare, nuove gomme da montare sulla macchina del socio…insomma, nuove.

Ero pronta a commiserare il mio stato indaffarato, incasinato e pieno di ansie quotidiane, quando ho ricevuto il messaggio di una cara amica che si trova al capezzale della madre in stato comatoso.
Mi sono fermata. Mi sono avvicinata allo specchio e ho visto il riflesso di una persona ingrata. La cosa grave è che quella persona risponde al mio nome.

Che cosa sono le cartelle di Equitalia, un dente dolorante, una do to list chilometrica e la mia ansia perenne davanti alla vita che, dall’oggi al domani, ha il potere di trasformare tutto in nulla?

Sarà retorico, ma certe volte abbiamo bisogno di prendere una porta in faccia per risvegliarci dal torpore della nostra cullante autocommiserazione.

Tornando ad argomenti meno profondi – stamane non riesco davvero a sviscerare a pieno il mio lato meditabondo e filosofico – sto cospirando una follia alle spalle del socio.

Mi sto sempre più convincendo che l’unica vera terapia alle mie lune di fine inverno non risieda nè nell’iperico (che comunque consiglio a chi vuole ritrovare un po’ di ‘guizzo frizzo’ e uscire dal tunnel dello stress), nè nel rescue remedy, nè in sedute psicoanalitiche dal dottor Freud di turno o in lezioni di yoga compulsive – che comunque aiutano.

C’è solo una cosa, potentissima, che riesce a farmi ritrovare la carica. Cosa? Beh, per scaramanzia meglio aspettare i fatti concreti. Comunque già l’essere proiettata al raggiungimento del mio obiettivo stimola i neuroni e li fa danzare stile mazurca da festa patronale.

Non potevo essere nata in mese migliore. Sono pazzerella, a tratti davvero da TSO, come questo marzo, pazzerello appunto, che regala momenti di sole, alternando neve, pioggia e vento.

Oggi le previsioni del mio umore dicono che il cielo è nuvoloso ma il sole fa capolino e se la ridacchia sornione, come sempre d’altronde.

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Grazie :)
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