Pensieri, senza filtro.

Quando le dita improvvisano sulla tastiera

23

Gen 2015

La fortuna è donna

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Mentre mi documentavo per prepare un post sui Sankalpa – non spiego nulla qui in anteprima perché devo finire di approfondire la cosa- un alone di negatività, a mo’ di mantello, mi ha coperto da testa a piedi.

Sono insofferente, in questo periodo.
Insofferente perché questo 2015 è iniziato davvero scarico. Sì, scarico del cesso. Una pestilenziale influenza ha preso in ostaggio il mio sistema immunitario e sta provando a chiedere  il riscatto ai miei neuroni, ma senza successo.

Sono delusa, in questo periodo.
Il mio stato di delusione è espresso alla perfezione da Oriana Fallaci in “Un cappello pieno di ciliege“:
“Niente ferisce, avvelena, ammala, quanto la delusione. Perché la delusione è un dolore che deriva sempre da una speranza svanita, una sconfitta che nasce sempre da una fiducia tradita cioè dal voltafaccia di qualcuno o qualcosa in cui credevamo”

Sono maledettamente fuori controllo. Ho una rabbia repressa pronta a esplodere, un dolore al cuore che soffoca il pianto, un male di vivere montaliano strozzato in gola.

« …era il rivo strozzato che gorgoglia,
era l’incartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato »

Inutile continuare a nascondere il malessere in maschere, sorrisi e ipocrite auto convizioni.

Soffro perché questa vita non prende forma, non prende verso. Mi sono stancanta.

Ho bisogno di novità, di stimoli, di progetti CONCRETI.

Basta con le cose campate per aria. Basta con i sogni chiusi nel diario. Basta con la procrastinazione.

Voglio fatti, veri, concreti, da toccare con mano. ORA.
QUI E ORA.

Non voglio vivere certe emozioni nella mia prossima vita, reincarnata in una lumanca o in un frigorifero svedese.

La domanda è: come faccio?  Come diavolo faccio a trovare il coraggio per buttare al vento il tempo ricolmo delle mie aspettative negate? Dove posso trovare la forza per credere in me, nelle mia capacità di rialzarmi, nella forza d’animo che, con i denti e le unghie, graffia e morde le avversità?

Continuo a prendermi in giro. Continuo a convincermi che devo avere pazienza.

Ma qui non si tratta di pazientare. I tempi, e io con loro, sono maturi.

Ci sono cose che o le fai adesso, o non le fai più. O per lo meno, non le farai mai come le faresti adesso.

Nulla fin ora – che abbia veramente avuto un peso effettivo, intendo – è accaduto perché sono stata ad analizzare e centellinare pippe mentali e sicurezze (che non avrò mai, fino in fondo).

Io sono una persona che vive di contraddizioni, di pancia, di impulsi, di fertile creatività, illimitata, senza censura e barriere. Questa sono io.

Una che se ha una cosa da fare, la fa. Subito. Non procrastina.

Sì, cazzo, questa sono sempre stata io.

E ora? E ora sono una persona che ha paura a manifestare i suoi stati d’animo, che ha preso il bruttissimo vizio di implodere, che vive nell’attesa che quella bocca pronunci parole, che si richiude in se stessa, che soffoca la voglia di esplorare nei viaggi virtuali, che rimanda, aspetta, attende che qualcosa cambi.

Ma se nulla cambia, devo essere io a farlo. Senza procrastinare….perché come diceva Napoleone Bonaparte: La fortuna è donna; se voi ve la lasciate sfuggire oggi non crediate di ritrovarla domani

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Grazie :)
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