Quando le dita improvvisano sulla tastiera

“La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.”Gabriel García Márquez sintetizza ad arte il potere della presenza mentale. Quanti momenti della vita non ricordiamo più? Quante giornate, quante ore, quanti minuti, quanti secondi sono trascorsi senza lasciare una traccia? Quanto di quello che facciamo è un cumulo di task, da decantare agli altri e al nostro ego zeppo di sensi di colpa, e quanto è, qualitativamente, ingrediente della memoria che si tramanda – con le sue umane incongruenze – nel tempo?
Perché dobbiamo attendere di attraversare i solchi sul nostro viso per prestare orecchio al ticchettio dell’orologio?
Festina lente. Affrettati lentamente.
Questa è la chiave ossimorica per consegnare le nostre gesta al futuro: essere presenti a quello che si compie, continuando ad avanzare.