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Mag 2015Come i cavalli della Camargue
scritto da jadosa / in SENZA FILTRO / Commenta
In silenzio stampa da troppo tempo. Non ho avuto tregua: il lavoro mi ha fagocitato con una bulimica voglia di rosicchiare ogni fibra del mio corpo.
Sono contenta però, davvero felice. Insegno in 4 corsi diversi e vedo i miei pupilli avvicinarsi con passione a quello che prima era solo il mio mondo. Un mondo fatto di dita concitate sulla tastiera, di creatività libera e allo stato brado come i cavalli della Camargue, di comunicazione solare e piena di risate, di nozioni che ha senso sapere perché la curiosità non si placa. Mai.
Mi piace insegnare, mi piace ancora di più imparare, scoprire, lasciare che per osmosi l’energia di ognuno di loro penetri tra le sinapsi e contrubuisca a costruire quacosa carico di pensiero sbrigliato.
In fondo so di non sapere.
Sono soddisfatta, ho trovato la mia dimensione. Una gioia che riempie le ore di sonno mancanti, che affolla le mie serate in solitaria davati al pc.
Insegnare è la base per imparare, diceva Francesco di Sales. Verità, una bellissima verità.
E grazie a loro, oggi, ho ritrovato il piacere di dipingere – nero su bianco – le emozioni, di mettere un bavaglio alla to do list che grida le cose da fare, e dedicare un momento ai miei neuroni da troppo tempo in balia del frullatore delle cose da fare.
Viva la lentezza, viva la serenità, viva l’amore per il proprio lavoro e per la creatività impavida e scalpitate.
Come i cavalli della Camargue.