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Ago 2013Castelli e ossimori
scritto da jadosa / in SENZA FILTRO / Commenta
Sono settimane che le mie mani non toccano la tastiera per dare voce ai neuroni. Complici la pausa vacanziera, fatta di stress da metabolizzare nel dolce fare niente, e i pensieri troppo confusi per trovare ordine anche nel flusso morbido dei tasti che suonano frenetici sotto le dita.
Mi sento strana in questo periodo. Alterno momenti di serenità e apparente menefreghismo a nervosismo e ansia da prestazione. Quello che sicuramente sto constatando con veemenza e stentorea forza è l’aurea di egoistico opportunismo di certe persone e l’altrettanta disarmante e genuina bontà che proviene dall’anima di altre. Un periodo ossimorico, dove la luce del buio riscalda il freddo di un fuoco spento.
Diversamente dagli anni passati, quest’anno ricomincio un po’ più scarica e disorientata del solito…Non sono certo le vacanze che riescono a dare ordine a un caos interno che spero mi porti presto a partorire una stella danzante, come diceva il buon Nietzsche. Mi sento come le piante del mio giardino: per settimane non hanno beneficiato del nutrimento dell’ acqua e si sono dolcemente abbandonate a sè, secche, aride, assetate. Poi è arrivata un po’ di pioggia catartica – e la mano amica dei padroni dotata di annaffiatoio :-)- e hanno ripreso un po’ di vigore.
Ecco, io ho iniziato a risollevarmi dopo aver davvero toccato il fondo, anche se non posso dire ancora di essere nel pieno della fioritura. Fisicamente mi sento meglio, psicologicamente c’è ancora un po’ di tensione da allentare, soprattutto c’è ancora molto, troppo, da cancellare e oscurare nella memoria.
Ci sono persone che mi hanno deluso, che sento improvvisamente lontane da me…altre, invece, gioisco per il fatto di averle finalmente fuori dalla mia quotidianità.
Ho capito, una volta per tutte, che è arrivato il momento di tagliare con fermezza tutti i rami secchi. Una potura necessaria per agevolare la crescita di nuovi germogli, freschi, giovani, di un verde acceso e brillante. Non voglio più essere in balia degli umori esterni, voglio ascoltare i miei di umori.
Sento una necessità impellente di qualità, di cose ben fatte, di senso.. dare valore a me stessa e a quello che faccio. Voglio prendere le cose meno di petto (avercelo poi, il petto ;-)), lasciarle scivolare, essere meno perfettina e allo stesso tempo inseguire i miei obiettivi con maggiore fattività, costruendo castelli in terra e non in aria, edificandoli con cemento armato e non con la sabbia, non voglio più che un colpo di vento li faccia polverizzare tra le mie mani. Castelli bellissimi che non esistono solo nelle favole, ma sono reali come quello di Neuschwanstein, un sogno tangibile, vero, da toccare.
Ho 3 obiettivi da realizzare entro la fine del 2014 e, se è vero che volere è potere, è tempo di iniziare a prendere in mano cazzuola e scalpello.