ILSOLECHERIDE

L'immaginazione coniugata all'infinito.

05

Mar 2013

Volumi di relax

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La mia beauty farm preferita? La libreria. Non importa se piccola, grande, franchising. L’importante è che sia piena di libri sugli scaffali.
Ne ho frequentata una da poco e sto dedicando il mio tempo libero – ho del tempo libero?!- alla lettura. Mi fa stare bene, mi carica, mi rilassa, mi immerge in una meditazione spontaneamente libera.

Già il tempo è davvero risicato in questo periodo. Sono alle prese con il trasloco dell’ufficio e il ménage burocratico che ne consegue, oltre a dover gestire nuovi e vecchi progetti, parenti che cadono e si rompono il femore, socio in preda alle raccomandate di Equitalia e ansia altalenante.

Giornate piene. Ma questo è un gran bene.

Sto ritrovando la strada e, piano piano, le mie folli idee iniziano a essere apprezzate da qualche cliente innovativo. La cosa mi stimola. Molto.
Unica nota dolente, rimanendo in campo lavorativo, i viaggi. Pochi quelli in previsione…o meglio, molti spostamenti a livello locale ma nessuna migrazione in terra straniera in programma.
Meglio così, forse. Ci sono troppe questioni da dipanare: il dentista che sta devitalizzando il mio povero molare, una serenità personale da ricostruire dopo il buio dei mesi passati, i parenti da controllare per non scivolare sulla bava viscida che lasciano lungo il cammino, le to do list da onorare.

Fisicamente sto un po’ meglio. Sarà merito degli integratori a base di erbe, il fatto che non fumo da due mesi (va beh, non fumo…fumo quella roba elettronica adesso), sarà che mi sono letteralmente rotta le palle di cercare di dare un significato a tutto e di accartocciare il mio intestino in elucubrazioni malate.
Sabato si festeggia. Sono 34, ma non voglio, almeno qui, ora, adesso, in questo momento, dedicare una riflessione o fare un bilancio della mia vita trascorsa.
Unica constatazione, forse doverosa, è che a -3 giorni dal mio compleanno mi rendo conto che non ho ancora figli, marito, una casa di proprietà (ehi, non pago l’imu!) e nemmeno le foto di un viaggio di nozze, magari a New York. Però ho al mio fianco una persona che mi ama, che mi sopporta, e che continua imperterrita a fare il tifo per me, da ben ottoanniemezzo!
Tutto il resto arriverà. Prima, poi, durante, a suo tempo avrà modo di colorare la mia vita.

Per il momento mi dedico al trattamento di bellezza per i neuroni e lo spirito….vado a immergermi nella lettura. Non c’è nulla di più bello che perdersi tra le pagine ben scritte di un romanzo che ti fa coniugare l’immaginazione all’infinito.

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01

Mar 2013

La malefica ti butta giù? Io m’arzo.

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Oggi mi sento come un pezzo di ruggine, sono tutta incriccata, forse perché assumo posizioni strane durante la notte? Mah, i muscoli e le ossa sono da oliare con lo svitoil. Meno male che ieri sera ho praticato un po’ di yoga. Diciamolo, non ho più l’età.
Per fortuna febbraio è finito. Un mese da dimenticare e cancellare, pieno di imprevisti, sfide e brutte notizie. Credo che la peggiore, delle notizie intendo, sia stata quella del ritorno della malefica.
La malefica stronza, quella che si insidia, che non ti fa dormire sereno, che ti smorza il respiro e che fa piegare le labbra verso il basso.
La malefica sta tentando in tutti i modi di farmi desistere, di piegarmi alla sua volontà. La malefica si presenta in momenti inattesi della giornata, ti fa lo sgambetto, ti fa cadere nel vuoto, ti anima con pensieri con davanti un meno, ti fa dimenticare il bello e sottolinea di un grigio cupo quello che non funziona.
La malefica ti spinge a guardarti allo specchio e a non riconoscere i tuoi tratti somatici, ti mette in relazione con le paure e le insicurezze, cancella il sole dalle previsioni delle tue giornate future.
La malefica ti spinge a pensare di non essere all’altezza, di essere incapace, fuori controllo, solo e abbandonato.
La malefica ti insinua con il senso di colpa, ti fa cambiare espressione e tono di voce, ti consiglia abiti dalle tonalità scure, ti rende vittima di te stesso, fastidiosamente passivo all’azione.
La malefica porta qualcuno a riempire il bicchiere, altri ad assumere farmaci, altri a piangere, altri ancora li chiude a chiave in una stanza silente torturandoli con pensieri frustranti, animati dal ronzio fastidioso dei neuroni in iperattività.
Io non ho mai sopperito alla malefica con palliativi e placebo temporanei. L’ho sempre vinta con il sorriso, con la forza d’animo, con la consapevolezza del tempo che scorre, con il perdono e con l’accettazione della ciclicitá degli eventi, corsi e ricorsi storici e della vita.
Buddha diceva che “non esiste una strada per la felicità, la felicità è la strada“…ho trovato uno sticker da parete e me lo sono attaccato sul muro della sala, per non dimenticare, per non lasciare che la malefica mi avvolga con il suo mantello in questo periodo davvero difficile.
È facile dire che non c’è limite al peggio, che c’è qualcuno che sta attraversando momenti decisamente peggiori dei tuoi…facile perché è palesemente vero ma a te, fondamentalmente, non interessa perché la malefica ti chiude nel loop dell’io che non va.
Dai, febbraio è andato adesso m’arzo!

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20

Feb 2013

L’ambiguità è arte

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Rileggevo Queneau nei suoi “Esercizi di Stile“, un genio.

A parte questa affermazione assiomatica [c’è qualcuno che sostiene il contario?], oggi è una giornata ambigua.

Ambigua, polisemica, dai mille significati.

Queneau riscriveva lo stesso episodio utilizzando diverse figure retoriche, con stili variegati che rendevano armoniosamente paradossale il senso primario del racconto.

L’ambiguità gioca proprio su questo: prendi una cosa e ognuno la può interpretare come crede, soggettivamente, può cioè attribuirle diversi significati (polisemia) perché, poi si sa, nella vita tutto è relativo.

L’ambiguità è un’opera d’arte, nel suo respiro semantico più profondo.

Un preambolo complesso per arrivare al succo del discorso: le cose non sono mai come sembrano o come ci sembrano.

Esistono troppe, svariate, molteplici, superlative sfaccettature. Troppi sono i punti di vista, le inclinazioni, i gradi e i gradienti che compongono giudizi, letture e interpretazioni della stessa cosa.

Esempio: per me la polvere è qualcosa di fastidioso. Acari da sterminare con detergenti, disinfettanti e disinfestanti. Per il mio socio la polvere non esiste, o meglio, dicesi polvere il pulviscolo che agisce da strato protettivo sui mobili.

Il fatto di vedere le cose con occhi diversi ha i suoi pro e i suoi contro.
Il pro è che il tuo occhio riceve nuova luce grazie alla visione degli altri, le tue orecchie ascoltano cose che (magari per pregiudizio) non udirebbero, il tuo corpo entra in contatto con energie nuove che ti aiutano ad ampliare il significato della cosa.

Il contro è che, nonostante ci sia un dialogo interpretativo, un’interazione analitica concertante e sinergica, molto 2.0, spesso aver opinioni distanti riguardo la medesima faccenda è motivo di una frizione stridente, di un diverbio senza fine…insomma, si finisce con il litigare e il mandarci a fanculo reciproco.

Ecco, oggi mi sento ambiguamente polemica. Non riesco a dare agli altri la possibilità di vedere le cose in maniera diversa da come le sento io.

Eppure,come Voltaire,ho spesso sostenuto:“Non sono affatto d’accordo con ciò che dite, ma mi batterò fino alla morte perché nessuno vi impedisca di dirlo”

…che brutta cosa gli ormoni!!! 🙂

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