ILSOLECHERIDE

L'immaginazione coniugata all'infinito.

01

Lug 2013

La mia fortuna sei tu

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La mia fortuna sei tu.

Sei tu che mi tendi sempre la mano quando inciampo goffamente.

Sei tu che mi asciughi le lacrime copiose , frutto di ormoni impazziti o di ansie incontrollabili.

Sei tu che mi sproni a credere in me.

Sei tu, il mio lettore più fedele e accanito.

Sei tu che sai essere comprensibilmente, ansioliticamente e protettevivamente presente.

Sei tu che mi lasci partire, anche se con la lacrimuccia.

Sei tu che mi lasci sperimentare, sbagliare e tentare.

Sei tu che mi dai fiducia, incondizionatamente.

Sei tu con la tua lentezza, il tuo filosofare e il tuo essere quadrato, pignolo e geek.

Sei tu con la tua memoria che non c’è, con i tuoi occhi dolci e il tuo essere perennemente affamato.

Sei tu che mi fai arrabbiare, incazzare, impazzire  e sclerare.

Sei tu che con un abbraccio sai infondere più calore di una centrale termica.

Sei tu che hai capito (quasi) tutto di me.

Sei tu che condividi con me fatiche, sudori e incazzature.

Sei tu che condividi con me successi, sorrisi e risate.

La mia fortuna sei tu.

La mia fortuna, i miei 3/4 (vista l’altezza), la mia famiglia, quell’amore che ricerco disperatamente e quel compagno di vita che, per fortuna, sei tu.

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30

Giu 2013

Silenzio mattutino, questo sconosciuto

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Mi piace il silenzio. Mi piace restare da sola con i miei pensieri. Mi piace sentire il ronzare dei neuroni, specialmente la mattina appena sveglia.
Non sopporto la tv, le persone logorroiche, il rumore. La mattina voglio stare da sola con me, almeno finché  non bevo il primo caffè.
È un momento prezioso, nel quale rielaborare i sogni appena vissuti e meditare sulla lista delle cose da fare. Adoro svegliarmi e mettere nero su bianco le sensazioni, è così intimo….
Ecco, questa parentesi per dire che a me non capita quasi mai di vivere idilliacamente il risveglio.
Quando sono a casa, il socio, prima, primissima cosa che fa è accendere la tv su programmi di necrologi news 24, quelli dove c’è un accigliatissimo giornalista che concitatamente – e urlando- descrive come se fosse un attentato l’uscita del nuovo film dell’attore tizio di Hollywood.
Quando sono in trasferta per lavoro, invece, trovo colleghi o clienti (secondo me mangiano biscotti alla cocaina) che alle 6.30 parlano talmente a raffica, e senza nemmeno uno sputacchino, che guardo con l’espressione macomecazzofaiaesserecosisvegliosetiseialzatodieciminutifa.
E va beh, capita…stessa cosa con mia madre. Anche lei la mattina, ma solo dopata con minimo due caffè per iniziare, attacca a raccontarti di tutti i mali che possono venire a un individuo se non…della serie: carichiamoci di ottimismo e pensiero positivo.
Insomma, nonostante sia una a cui piace stare con le persone, chiacchierare e ascoltare, almeno la mattina ho bisogno dei miei dieci minuti di silenzio, va beh, chiamalo silenzio il casino che fanno gli ingranaggi del mio cervello!

Ultimamente sogno proprio questo, immaginati la scena…

Alba, laghetto placido e oleoso, montagne che si tuffano nelle acque calme, sole che fa capolino timido, un’arietta tiepida, il cielo che inizia a colorarsi di un turchese quinto chakra, e tu lì, tu…io…- scusa ma questa è la mia scena :)- con i piedi ciondoloni sul pontile di legno, un luuuuunghissimo pontile stile film americano (quelli dove prima o poi ti squarciano e ti buttano nel lago o ti mettono a pezzi nel frigo, per capirci)… Ecco, sono lì con i piedi che sfiorano il livello dell’acqua mentre annoto su un quaderno emozioni e sensazioni….
….Eh?! Cosaaaa?! Urla più forte, non ti sentoooo!!!
…scusate, il socio mi interrompe dall’altra stanza,..musica a tutto volume del vicino, tv accesa con rombi di moto che sfrecciano e il cane che abbaia…
Credo che per il laghetto sia il caso di lasciare un fermo immagine, ci ritorno appena smetto di ballare la belly dance del vicino!

pontile lago

 

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27

Giu 2013

Esplodere, implodere, eruttare

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Come direbbe qualcuno “muoro” di sonno, ma l’impulso a digitare è più forte del richiamo ipnotico dello zio Morfeo che mi solletica le palpebre e mi sventola un cuscino ‘morbidoso’ davanti alle stanche membra.

Oggi ho avuto riprova, per l’ennesima volta, che il provincialismo ottuso è sinonimo di una cafonaggine che ostenta un luccichio smaltato di bassissima fattura.

Mi spiego.

Ho assistito alla scenata saccente di un grandissimo ignorante che si arrogava il diritto di insultare, senza ritegno, una persona che nulla aveva fatto se non evitare di calarsi repentinamente le braghe allo scoccare delle sue dita unte di viscida contemplazione di sè, di congiuntivi arruginiti e di spocchiosa rivendicazione del conto corrente.
In pratica, il  classico ‘signore’ leinonsachisonoio  in questione pretendeva di avere  e sapere cose (che evidentemente e chiaramente NON sapeva e non poteva immediatamente avere) e si aizzava furente contro uno sbigottito fornitore che cercava di contenere la pazienza dentro serratisimi pugni e tecniche di pranayama .

Non tollero l’arroganza gratuita, la maleducazione palesata e messa in piazza per gonfiare la coda di un  pavone pavido con la palette dei colori – della coda , intendo- smunta e sbiadita dalla eccessiva esposizione ai raggi UV, sì quelli delle prolungate sedute dall’estetista tra docce solari posticce e sopracciglia rifinite con il goniometro.

Mi stanno largamente sulle scatole quelli che si sentono chissà chi solo perchè sono nella posizione di quello che paga. Chiunque paga. Tutti paghiamo, prima o poi. Non per questo abbiamo il diritto di maltrattare e alzare i toni per dimostrare a voce quanto siamo, fondamentalmente, piccoli e insicuri. Già perché chi si gonfia tanto, specie in presenza di terze persone, solitamente lo fa per darsi un tono, per manifestare ad altri la propria incredibile personalità, il proprio carisma (del …..!) e, in soldoni, la propria insulsa mediocrità.

Ci vorrebbero delle tinozze pubbliche per incentivare a un bel bagno di umiltà. Ci vorrebbe un corso accelerato di rispetto, di buona e sana educazione civica. Ci vorrebbe un tutorial per imparare a chiedere ‘per favore’ e a rispondere ‘grazie’.

E, soprattutto, sarebbe il caso che le persone imparassero a capire che nella vita nulla è dovuto e che la calma è la virtù dei forti, ma non perché moralmente superiori ma perché  a furia di implodere prima o poi ti ‘eruttano’ in faccia tutte le cattiverie mal digerite. BOOM!!!!

 

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