Quando le dita improvvisano sulla tastiera

In questo momento ho le farfalle nello stomaco. E no, non le ho mangiate. Giuro! Ho quella strana sensazione nella pancia, quell’emozione che si prova quando stai per incontrare il tuo amato, devi parlare in pubblico o affrontare qualcosa di nuovo.

Ho visto la copertina del mio libro su Amazon.

L’ho vista lì, con il mio nome accanto.

Il libro non mi è ancora arrivato, non ho potuto annusarlo come faccio sempre quando tengo tra le mani un nuovo volume.

Però l’ho visto. Su Amazon.

Ora ha una faccia.

Non sono ancora mamma ma credo di provare qualcosa di simile – in piccolo- dell’emozione post parto. Questa gravidanza letteraria è durata quasi 18 mesi: un anno fa ho consegnato tutto, a luglio avrei dovuto partorire ma l’universo ha voluto che ci volessero altri 4 mesi perché la creatura venisse alla luce.

Tra una decina di giorni l’uscita sarà ufficiale, mentre eccitazione e paura si abbracciano dentro alle mie budella. Sono galvanizzata e allo stesso tempo ho l’insicurezza di quella che vuole sentirsi dire “come è bello e bravo tuo figlio”.

Se faccio lavorare empaticamente cuore e testa, però, penso che questa non sia una prolificazione ma un auto parto.

La mia nuova nascita.

Una rinascita necessaria, dopo tanti mesi in cui i raggi di sole sono stati oscurati da un pesante mantello di negatività.

Il 2017 è stato forse uno degli anni più duri che ho dovuto affrontare, insieme al 1994 e al 2004.

Ma come è accaduto in passato, sento che la sofferenza accumulata si trasformerà presto in grandi goie.

Il bruco sta per diventare farfalla. E quella farfalla, simbolo di cambiamento, leggerezza, rinnovo e fiducia si agita dentro di me.

Che sia per questo che si dice sentire le farfalle nello stomaco?