Pensieri, senza filtro.

Quando le dita improvvisano sulla tastiera

12

Mag 2017

Per fare ordine, ci vuole confusione

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“Bisogna avere un caos dentro di sè, per generare una stella danzante.”  diceva Nietzsche.

Per fare ordine, ci vuole confusione.

Il caos scombussola, mette in discussione, destabilizza, crea un groviglio informe apparentemente indistricabile. Il caos è un minestrone frullato di cose che si sommano, una dopo l’altra, in una catena di montaggio impazzita.

Il caos è un tutto che ha bisogno di essere digerito, accolto, ordinato.

Prima o poi, la vita personale o lavorativa di ognuno di noi ha assunto la morfologia del caos. Un caos di emozioni, di problemi, di goie, di conferme e di disilluse certezze. Una massa critica, intellegibile, piena, gonfia, zavorrata sulla gabbia toracica.

Quando il caos diventa compagno della tua vita non farti assorbire da lui, vivilo.

Vivilo perché è grazie a quel casino che inizierai a coltivare idee e a sentire la necessità di liberarti di tutti gli elementi superflui ancorati con i denti alla tua esistenza.

Grazie alla confusione, ritrovi l’ordine. Se non ci fosse quella matassa da sgarbugliare non ti renderesti conto di quanto hai accumulato e di quanto tu abbia bisogno di togliere, sottrarre, eliminare, minimizzare per ritrovare un senso a quello che sei e fai.

Un tuo modo di mettere ordine, un tuo schema, un tuo esercizio di concentrazione, la tua forma di meditazione.

Nessuno può dirti come riorganizzare il tuo caos, perché ognuno è annodato alle sue corde, quelle che lo legano alle sue esperienze di vita.

Quando il caos esplode e dissemina schegge impazzite nei tuoi pensieri è il momento di arrenderti alla rivelazione, è l’attimo in cui devi percepire l’apertura: si sta per disinnescare  quel meccanismo che fagocita ossigeno alle tue giornate, e ti fa vivere  in una claustrofobica bolla d’aria.

Hai raggiunto l’apice dell’incomprensione, dell’incongruenza, dell’eccesso.

Il caos è un oceano di contraddizioni che proliferano, crescono, si alimentano, si influenzano e finiscono in un calderone che – nel bene e nel male –  rivela una collezione di tutto, che percepisci come un agglomerato di niente.

Accogli le emozioni del caos e usale per sentire l’essenziale. Abbandonati alla stanchezza e inizia a pulire lo specchio (la tua vita) nel quale rifletti i tuoi pensieri.

Inizia piano, non avere fretta.

Hai accumulato, una cosa dopo l’altra, e uno dopo l’altra devi iniziare a riconsiderarla: dalla meno importante a quella che è espressione del tuo essere.

Sarà così che dal tuo caos riuscirai a focalizzarti su quello che conta, e potrai davvero apprezzarlo.

Nel mucchio troverai quello che avevi scordato di avere e un sacco di cose che ormai è tempo di lasciare andare.

Tutto il resto?  É parte della scenografia, e fa solo da sfondo alla tua vita.

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Grazie :)
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