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03

Ott 2015

San Diego: Sun, Surf & Sand

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Può un viaggio aiutarti a cambiare completamente morale? Può un viaggio rimetterti in sesto, anche fisicamente intendo?

La risposta, per quanto mi riguarda, è sì.

Travel is the answer.

Sono partita due settimane fa per San Diego, un impegno di lavoro. Alla partenza il morale, così come il mio fisico, erano pessimi. La schiena bloccata, le gambe doloranti per la sciatica, la stanchezza tanta e l’umore sul depresso andante.

Si dice che il luogo non conta, che tutto dipende dalla nostra testa. Sarà, ma io credo che ogni luogo abbia il potere di trasmettere delle vibrazioni che entrano in sintonia con noi e con il nostro spirito (Amen).

Ho trascorso a San Diego 6 giorni e ho avuto la possibilità di esplorarla un pochino, beh non come avrei voluto :).
L’aeroporto è a soli 15 minuti dal centro della città e anche una diversamente spendacciona come la sottoscritta può prendere un taxi a un prezzo abbordabile: circa 14 dollari (tip esclusa).

Downtown San Diego

Il cuore della città, downtown, si gira comodamente a piedi o con il trolley, il tram che la attraversa. Se si vuole fare un giro a Coronado, e non si ha la macchina per attraversare il magnifico ponte che la collega alla città, consiglio di prendere il traghetto che parte ogni mezz’ora dalla Marina o dal Convention Center, situato nella carinissima zona del Seaport.

Nell’area del Seaport si affacciano gli altissimi hotel delle famose catene Hyatt e Marriott, pronte a ospitare gli ospiti del grande centro congressi di lì a due passi. La zona è ideale per una passeggiata o una corsetta panoramica sulla baia.

Durante una di queste passeggiate sono arrivata all’area delle portentose portaerei (gioco di parole voluto) della Seconda Guerra Mondiale.portaerei

E’ qui che, tra l’altro, si può ammirare la celebre statua del marinaio che bacia l’infermiera, icona della fine della guerra. La statua Unconditional Surrender, alta quasi 8 metri e opera dell’artista J. Seward Johnson, è stata realizzata per commemorare la famosa fotografia V–J Day in Times Square scattata da Alfred Eisenstaedt a New York il 14 agosto del 1945, subito dopo l’annuncio del VJ-Day (giorno della vittoria).

bacio marinaio

La città ha avuto un grande sviluppo durante il secondo conflitto mondiale. Quando i Giapponesi hanno attaccato Pearl Harbor, la Marina degli Stati Uniti ha trasferito le flotte dalle Hawaii al porto naturale di San Diego contribuendo così alla sua crescita.

Se si cerca un posto per pranzo o cena nel centro di San Diego, la 5th Avenue nello storico Gaslamp Quarter è pronta a offrire tutta la scelta del caso tra ristoranti, locali, bar e negozietti. Una curiosità: in passato questa via si chiamava Stingaree ed era nota per i saloon, i bordelli e le bische. Ci si può arrivare dalla zona del porto attraversando la Promenade Martin Luther King Jr, costellata di lastre con celebri frasi che fanno riflettere del leader dei diritti civili, piene di energia, ottimismo e saggezza.

gaslamp quarter

Per un’oasi di cultura nel verde bisogna fare un salto a Balboa Park caratterizzata da numerosi musei.

E poi c’è poi il famoso Zoo di San Diego, celebre anche ai geek e agli internauti per essere stata location del primissimo video di You Tube pubblicato nel 2006 da uno dei suoi fondatori, Jawed Karim.

Homeless

Ecco questo è davvero un aspetto che mi ha colpito. Molto.

Ho incontrato tantissimi senzatetto, molti sdraiati per terra nell’indifferenza dei passanti che, spinti dall’abitudine, passeggiavano come nulla fosse.  Basita ho anche ascoltato il commento infelice di un passante: “qui bisogna far attenzione a non inciampare (su uno di loro ndr).”

Un tassista messicano – è pieno di messicani a San Diego, Tijuana terra di confine tra California e Messico è a soli 20 minuti – mi raccontava che il clima mite della città, in estate e inverno, ha favorito l’arrivo di queste persone.

Possibile però che nessuno faccia nulla? Questa è una delle cose degli Stati Uniti che non riesco a capire.

[Apro una parentesi sul numero di invalidi e persone con problemi fisici che noto ogni volta che vado Oltreoceano. Credo, ma non so se questa possa essere una spiegazione legittima, che tutto sia legato al sistema sanitario americano: più soldi hai più ti curi, meno ne hai, peggio per te.
Vabbè, chiudo la parentesi, qui ci sarebbero da scrivere dei trattati. Se qualcuno ne sa qualcosa, lo invito ad aiutarmi a capirne di più. Grazie!]

Pacific Beach

Sono riuscita a fare un salto a Pacific Beach. Ho preso il trolley e poi un autobus da Old Town. Con pochi dollari e circa 15/20 minuti di tempo si può finalmente trovare pane per i propri occhi! Pacific Beach è una delle classiche spiagge californiane con tanto di torrette, baywatch, surfisti e biondone con le tette siliconate. Qui il clima, dal punto di vista del mood, è particolarmente sciallato, come direbbe un ‘cciovane- con- due- c’ della nostra capitale. Tutto molto rilassato e soleggiato. Ragazzi sullo skateboard, vecchietti in bicicletta (quelle senza freni sul manubrio) e casette affacciate sulla spiaggia da invidia.

Sono andata in un supermercato a comprare un paio di cose da mangiare e, insieme alla mia compagna di lavoro, mi sono concessa un pranzo vista oceano. Un toccasana per l’animo!

Ne ho approfittato anche per fare una passeggiata sul Crystal Pier e fotografare quella distesa blu increspata dalle onde che tanto eccita gli amanti del surf.

Pacific Beach

Sicuramente tornerò da quelle parti, magari in veste vacanziera. Devo assolutamente fare un salto a La Jolla, Solana Beach, Encinadas (famosa per lo spirito New Age), Carlsbab – sede di Legoland – e al SeaWorld.

Voglio condividere questo post su...

Grazie :)
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