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Mar 2015Fuori gli altri, dentro me
scritto da jadosa / in Anima, SENZA FILTRO / Commenta
Mi sto convincendo da più giorni a non guardare quello che fanno gli altri. Ho trascorso troppo tempo della mia vita appesa al suono di quella parola di approvazione che certificasse il mio essere “migliore” di un altro. Se poi hai a che fare con il marketing che ti insegna ad analizzare, guardare e scrutare ogni mossa del competitor (massì diciamo alla markettingara che fa figo), sei fritto. Ci aggiungi una buona dose di social network e il mix esplosivo per l’insicuro è servito e pronto per essere iniettato nell’autostima fallata come i capi che vendono agli outlet dei cinesi.
Mi sono detta: “basta guardare quello che fanno, concentrati su quello che fai e puoi fare tu, come se tutto il resto del mondo non ci fosse”.
L’ho fatto. Nel giorno dell’eclissi di sole, mi sono eclissata pure io – che poi sono ilsolecheride, quindi ci sta 🙂
Un esperimento felice e positivo che mi ha portato a raccogliere i 5 vantaggi del pensare per sé:
- concentrazione
- produttività
- serenità
- ottimizzazione di tempo e risorse
- ascolto più profondo del tuo istinto e delle tue attitudini
E’ vero il confronto con l’altro è importante, ci aiuta a ridimensionare, correggere, migliorare e a condividere, ma spesso – e soprattutto nel caso in cui la scarsa autostima sia lì a grattare le unghie sulla lavagna del “non sono capace” o ” non sarò mai bravo come…” – beh, allora oscurare la visione all’esterno e ricondurla, accarezzandola dolcemente all’interno di sé, ecco, forse è questo il momento in cui la rosa del nostro giardino interiore si apre e inizia a inebriare una consapevolezza nuova.
In fondo io “so di non sapere”, non potrò sempre brillare come un prisma di conoscenze illuminanti, però ho la capacità di percorrere la mia strada, quella dove il sentiero non è stato ancora spianato, con la consapevolezza che ognuno di noi ha un barlume divino e un talento che lo rendono unico e speciale. Bisogna solo imparare ad ascoltarsi a cuore aperto e senza troppi condizionamenti.
So bene che se facessi certe cose, in un certo modo, potrei raggiungere dei risultati migliori in breve tempo. L’osservazione degli altri può essere utile. Però questo percorso non mi appartiene, perché è come se stessi pedalando in salita senza cambio: una fatica enorme! Preferisco il percorso più lungo, magari con la strada piena di buche e con i semafori che rallentano la corsa, ma sarà la MIA strada, l’avrò cercata, voluta e sentita.
“Non ragioniam di lor, ma guarda e passa” per dirla alla Dante Alighieri è diventato il mantra dei miei neuroni che mi aiutano a rimettere il focus su di me.
Anche perché l’importanza, agli altri, siamo noi a darla. Nessun altro. Se una persona ci piace è perché decidiamo noi che ci piaccia. Stessa cosa se una persona “ci fa” arrabbiare: ecco, quella persona fa arrabbiare noi, mica incarna l’arrabbiatura intrinseca verso terzi. Cioè per farla facile: la reazione che abbiamo e l’importanza che diamo agli altri è data dalla nostra visione soggettiva che non è necessariamente quella obiettiva. Chi percepiamo migliore di noi per qualcuno, invece, è un perfetto idiota. Tutto qui. E’ facile, relativamente facile.
Lao Tzu diceva: “Curati di quello che pensano gli altri e sarai loro prigioniero”, intrappolato in galere mentali, paranoie e condizionamenti.
Quindi la soluzione è solo una: fuori gli altri, dentro me.