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Gen 2015Con le mani è questione di mudra
scritto da jadosa / in Buono a sapersi, Corpo / Commenta
Aristotele indicava la mano come “lo strumento degli strumenti“, simbolo dell’abilità umana, della sua capacità di plasmare, creare, dare forma, costruire. Attraverso i movimenti e il contatto delle dita possiamo toccare la realtà che ci circonda, esplorarla, sentirla, conoscerla.
Le punte delle dita sono collegate al cervello da moltissimi nervi che trasmettono gli stimoli sensoriali alla corteccia cerebrale che li elabora nel resto del corpo.Se muoviamo simultaneamente le mani mettiamo in comunicazione i due emisferi del nostro cervello, destro e sinistro:
per entrare in intimo contatto con se stessi basta premere il polpastrello del pollice su quello delle altre dita.
Nello yoga, esitono alcuni mudra (dal sanscrito मुद्रा – ‘sigillo’, ‘segno’, ‘marchio’) che aiutano concentrazione ed equilibrio durante le pratiche di meditazione o pranayama.
Scopriamo insime 7 mudra della mani.
Namaskara mudra (gesto del saluto)
Le mani si giungono all’altezza del petto. Questo mudra è utilizzato per salutare. Se tendiamo le mani oltre la testa, invece, il saluto si intende rivolto alla divinità.
Chin mudra (gesto della coscienza)
Gli indici entrano in contatto con i pollici formando un piccolo cerchio: le dita sono distese. Questo gesto simboleggia l’unione della persona che esegue il mudra con il divino.
Dhyana mudra (gesto della meditazione)
Le mani vengono posto in grembo, una dentro all’altra: la sinistra (mondo esteriore) contiene e sostiene la destra (risveglio spirituale). Le estremità dei pollici si toccano.
Padma mudra (gesto del fiore di loto)
Le mani sono unite alla base, mentre mignoli e pollici opposti si uniscono lasciando le altre dita aperte disegnando un fiore. Questo mudra simboleggia la purezza dello spirito.
Abhaya mudra (gesto del coraggio)
La mano destra viene sollevata all’altezza della spalla, il braccio piegato e il palmo rivolto verso l’esterno con le dita chiuse e in posizione verticale. Questo mudra rappresenta la protezione, la pace, la vittoria sulle paure. Non a caso, anche nell’araldica la mano aperta è simbolo di fiducia, al contrario del pugno chiuso che indica il ‘segreto’. Come la svastica (nel mondo antico simbolo del sole che ruota nel cielo, augurio di fertilità e benessere), anche questo mudra è stato ripreso dal Nazismo.
Adi mudra (primo gesto)
Il pollice si piega all’interno del palmo della mano toccando la base del mignolo, mentre le altre quattro dita si richiudono a pugno sul pollice. Questo è il primo (‘adi‘) gesto che facciamo quando nasciamo, il mudra per eccellenza dei neonati 🙂
Brahma mudra (gesto di coscienza onnipervadente)
Avvologiamo le dita intorno al pollice e le nocche di entrambe le mani vengono premute insieme, specularmente. Le mani vengono poi posizionate e premute leggermente contro l’osso pubico per agevolare il respiro pieno e profondo.
Le mani e la psicosomatica
Le mani sono espressione delle nostre relazioni interpersonali, sono il veicolo attraverso il quale ‘stringiamo’ relazioni con gli altri. Per la psicosomatica i disagi associati alle mani sono da ricondurre alla sfera relazionale, non a caso le mani rientrano nell’ambito energetico del 4° chakra Anahata, il chakra del cuore verde smeraldo (o rosa pastello) che è associato all’amore puro e incondizionato, alla compassione, alla pazienza, all’umiltà.
Le mani e i modi di dire in italiano
Le mani, rientrano quotidianamente, nelle espressioni di tutti i giorni:
- Avere le mani in pasta: partecipare finanziariamente o più generalmente avere degli interessi personali
- Avere le mani bucate: spendere molto, scialacquare denaro
- Stare con le mani in mano: non lavorare, non fare nulla
- Passare la mano: lasciare il proprio posto
- Lavarsene le mani: non interessarsi ad un problema. Si riferisce all’attribuzione biblica di questa espressione a Ponzio Pilato
- Dare una mano: offrire aiuto
- Venire alle mani: passare dall’alterco alla rissa
- Mettere la mano sul fuoco: essere sicuri di qualcosa. Deriva dal gesto di Muzio Scevola, cittadino dell’antica Roma.
- Essere colti con le mani nel sacco: essere colti sul fatto
- Mani in alto!: alzare le mani e arrendersi
- Allungare le mani: rubare
- Avere le mani d’oro : avere un’ottima manualità
- Mangiarsi le mani : pentirsi
Ancora mani…
E ancora, pensiamo alla lettura della mano (chiromanzia), alla riflessologia, all’ eloquente gestualità che racconta, al linguaggio dei segni, all’utilizzo delle mani come strumento di misurazione (pollici), alle canzoni…
Già alle canzoni,ehehe 🙂
Su le mani tutti quelli che si ricordano questa…