Pensieri, senza filtro.

Quando le dita improvvisano sulla tastiera

03

Ott 2024

Volare tra le righe

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“Scrivere è sempre nascondere qualcosa in modo che poi venga scoperto”, diceva Calvino.
E cosa nascondi tra le lettere? I tuoi ricordi? Le tue fantasie? Il tuo sé? Esiste davvero un io? Che rapporto c’è tra fantasia, percezione e ricordo? Quanta magia o, se preferite allucinazione, può esserci tra quello che immagino e quello che racconto come reale?

La mente è uno spazio dinamico dove pensieri e percezioni si esibiscono, dove l’immaginazione ci fa sentire e muovere.
[Se vi interessa approfondire, leggete alcune ricerche di Marc Jeannerod https://lnkd.in/evnrdWzu]
Ma quindi, cosa nascondiamo nei nostri scritti?
Nello scrivere c’è un qualcosa di intangibile, nello scrivere c’è il tempo.
Quello che vede la gente – tanta gente – passare perché, non me ne voglia il buon Eraclito, non è il tempo a scorrere ma siamo noi, al suo cospetto, anno dopo anno, secolo dopo secolo, millennio dopo millennio.
Scrivere è un po’ come afferrare quel tempo, colorarlo di inchiostro, dargli una forma, un sapore, un odore, uno scenario, delle sensazioni illusorie o verosimili. Solo così una parte di noi, della nostra cultura, della nostra società, del nostro palcoscenico interiore, di quel tempo che chiamiamo “nostro” troverà degli spettatori che risuoneranno con noi e con le nostre fantasie. A loro tempo. Nel loro tempo.
Abbiamo tutto quello che ci serve per volare, senza sostanze o tecnologie sintetiche e sintetizzate: dobbiamo solo metterlo nero su bianco.

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